Sì 🙂 c’eravamo anche noi tre, per la seconda volta. In tre per dividerci i luoghi d’ascolto e per accedere ad argomenti diversi. In tre, perchè nessuno voleva perdersi questo appuntamento. La Leopolda è un posto magico, come l’Arsenale di Venezia ( ma perchè non si può fare qualcosa di simile all’Arsenale??) “grande, alto e vuoto, bello e molto caldo. Il calore secondo me è dato dal fatto che tutti lì hanno un almeno un pc in mano, moltissimi un IPAD nell’altra mano oppure un telefono (che pochi usano per parlare) su cui muovono velocemente le dita rimaste libere, e contemporaneamente: ascoltano chi parla ai seminari, twittano, conversano con persone vere, postano le cose che più sono interessanti e compiono altre azioni, non tutte decifrabili.” ( Michela Valentini). La Leopolda è il luogo d’incontro del passato, del presente e del futuro. Al secondo anno, ci sono già affezionata.
Quest’anno, al BTO, ci sono arrivata anchi’io, baldanzosa, con il mio nuovissimo IPAD, piena di voglia di lavorarci a ritmo serrato – peccato che il WiFi abbia fatto cilecca e fissare gli appuntamenti in agenda BTO non fosse affatto smart. Dopo aver perso un’ora a raccapezzarmi e un pochino indignata ( sì, perchè l’aspettativa in questi posti è sempre al massimo e ti aspetti che quello che non funziona a casa tua debba funzionare in Leopolda) mi sono messa all’ascolto proattivo ! questa è una delle parole del momento, la filosofia di anticipare cambiamenti, esigenze e problemi futuri.
Dicevamo, taccuino di pensieri o polveriera di idee: incontri, vedi, ascolti; prendi posto, prendi nota e ascolti; poi ti scatta l’idea, hai l’ intuizione che insegui e ti perdi l’ascolto. Speri che al ritorno a casa, tu possa seguire in streaming l’evento, ma è già diverso. Per qualche motivo Leopolda è il luogo magico in cui ti senti la febbre alta, sei concitato dalle tue stesse idee.
Credo sia capitato questo a Mikaela Bandini, la cui forza dell’idea è già diventato caso da manuale. Basilicata Cast to Cast ha entusiasmato pure me. E’ stata la prima cosa di cui ho parlato a tutti ( quelli che ritenevo degni di capire la forza delle idee) guardandomi i video e leggendo la storia dei 7 giovani artisti. Vorrei che il Mark Hofmeyr, con quel piccolo capolavoro che ha fatto, venisse a fare un cortometraggio a Venezia. Vorrei che gli amici di Venezia e di Eraclea avessero una scarica di BTO – perchè “la creatività va allenata, come un muscolo” (Paolo Iabichino)
Non so chi, in quei giorni, abbia detto ” è possibile fare grandi cose anche con pochi soldi – basta avere belle idee da bella gente”