25 Aprile o in territorio veneto San Marco: cosa si festeggia?
La storica data del 25 Aprile, corrisponde alla festa della Liberazione dal Nazifascismo, motivo per il quale noi italiani la festeggiamo in tutto il territorio nazionale. Allo stesso tempo, a Venezia e provincia, onoriamo il santo patrono “San Marco”. Al giorno d’oggi in occasione di tale giornata, in veneto non mancano festeggiamenti tipici con immancabili grigliate o pic-nic al mare.
Ma vediamo nel dettaglio un pò di storia:
L’occupazione dei nazisti tedeschi e dei fascisti della repubblica di Salò non terminò improvvisamente, ma venne considerato simbolo di questa liberazione il giorno 25 Aprile, per ricordare la ritirata delle truppe nell’anno 1945. In realtà la decisione vera e propria dell’assegnazione di tale data venne presa nel 1949, dopo la proposta di Alcide de Gasperi al Senato l’anno precedente, fissandola con la legge 269 del Maggio 1949.
Con lo scadere del 1º maggio l’Italia settentrionale fu finalmente libera mettendo così fine a vent’anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra. Il 25 aprile simbolicamente rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l’avvio di una fase di governo importante. Il del 2 giugno 1946 viene indetto il referendum, per la scelta fra monarchia e repubblica.
San Marco, santo patrono di Venezia
Il 25 Aprile corrisponde anche all’anniversario della morte dell’Evangelista Marco, divenuto Santo Patrono di Venezia in memoria della sua leggendaria opera di evangelizzazione. Il simbolo che lo ritrae è un leone alato con un libro in mano, derivante da una leggenda: in sogno gli apparve un leone alato, che gli disse “Pax tibi Marce Evangelista meus, hic requiescet corpus tuum” ovvero “pace a te, Marco, mio evangelista. Qui riposerà il tuo corpo”. La fatidica apparizione avvenne durante una notte tempestosa, nella quale Marco cercò riparo probabilmente in un villaggio di pescatori a rialto, nel tentativo di salpare verso Alessandria. Infatti Marco (nonostante non ci siano testimonianze ufficiali) abbia trovato la morte proprio in Egitto, nella città di Alessandria.
Le sue reliquie furono poi trasportate clandestinamente a Venezia nel 828 d.C, nascoste in un carico di carne di maiale da due mercanti veneziani quali Rustico da Torcello e Buono da Malamocco. L’impresa riuscì gloriosamente, facendo sì che la salma restituita a Venezia, venisse accolta con gran clamore dagli abitanti, diventando così santo patrono della città.
La tradizione veneziana del bócoło nella festa di San Marco:
La tradizione centenaria scaturita in seguito, prevede che venga offerto a fidanzate e mogli un bocciolo (in veneto bócoło) di rosa rossa, in segno d’amore.
L’usanza nasce dalla leggenda di Maria, figlia del doge Angelo Partecipazio, innamorata di un tale Tancredi. Il padre di Maria però, non approvando il loro rapporto, non avrebbe mai permesso il loro matrimonio. Maria allora chiese a Tancredi di combattere contro gli arabi in Spagna con l’esercito di Carlo Magno, per guadagnare fama agli occhi del padre. Il 15 agosto 778 il paladino Orlando, dovette informare Maria che durante la battaglia di Roncisvalle Tancredì incontrò la morte, cadendo sanguinosamente sopra un roseto. Poco prima di spirare, aveva colto un fiore e chiesto a Orlando di portarlo dalla sua amata Maria. Il giorno dopo, il giorno di San Marco, Maria si tolse la vita, riposando per sempre con il bocciolo insanguinato sul cuore. Da allora, il bocciolo viene offerto alla propria donna in segno di amore vero.